Che cos’è il Metaverso, per cui Facebook è pronto a stanziare 50 milioni di dollari e assumere 10 mila dipendenti in Europa?
La notizia più scottante e di cui più si chiacchiera negli ultimi mesi in casa Facebook, è la volontà del suo creatore Mark Zuckerberg di aprire le frontiere verso una nuova realtà: il Metaverso.
“Nei prossimi anni mi aspetto che la gente passi dal vederci principalmente come azienda di social media a una compagnia del metaverso”. Queste sono le parole che lo stesso Zuckerberg ha utilizzato per svelare la nuova area di interesse di Facebook.
Ma che cos’è il metaverso? Proviamo a spiegarvelo in modo semplice nelle prossime righe.
Il metaverso è una realtà virtuale, un ambiente immersivo all’interno del quale posso muovermi e incontrare altre persone. Insomma una sorta di Matrix.
All’interno del metaverso si potrà interagire con altre persone a grandissima distanza avendo una percezione simile a quella di essere nello stesso ambiente, non semplicemente guardarsi in uno schermo, ma guardare e vedere una figura in dimensione reale accanto a noi. Nel futuro il metaverso ci consentirà di visitare luoghi in cui non siamo mai stati. Consentirà una percezione più piena dello spazio, e conseguentemente una interazione migliore tra le persone.
Il termine è stato coniato da Neal Stephenson nel 1992 in Snow Crash, libro di fantascienza cyberpunk, dove il metaverso viene descritto come una sorta di realtà virtuale condivisa tramite internet, dove si è rappresentati in tre dimensioni attraverso il proprio avatar.
Insomma il metaverso cambierà per sempre l’interazione online. Ma quanto tempo ci vorrà perché questo possa avverarsi realmente? Sicuramente è un progetto ambizioso che non potrà essere sviluppato dall’oggi al domani. Facebook ha dichiarato che potrebbero volerci dai 10 ai 15 anni per portare a compimento questa idea.
Facebook non è l’unica realtà decisa ad investire sul metaverso. Altre aziende come Roblox e Epic Games stanno già lavorando su realtà virtuali aumentate di interazione tra le persone, in ambiti differenti come quello economico o sociale.
Sicuramente a pensarci ora il passaggio al metaverso potrebbe spaventare un po’, oltre che per il concetto un po’ fantascientifico che racchiude in sé (chi avrebbe mai pensato che Matrix sarebbe esistito veramente?!) ma anche per l’idea che i rapporti umani, quelli fisici e reali possano venire sempre meno. Un po’ ci rassicurano le parole di Zuckerberg “non si tratta necessariamente di trascorrere più tempo online: si tratta di rendere più significativo il tempo che trascorri online”.
Ma sarà poi davvero così?!